CAMBIAmenti I singoli fotogrammi di vita ed emozioni “impressi” sui pannelli di alluminio ossidato vengono obbligati a dialogare fra loro in un continuo divenire.
Come nella storia personale, come nelle storie di ognuno di noi, il TEMPO (sospeso) conduce ai CAMBIAmenti : Si parte con l’immobilità dei pensieri (volto quasi pietrificato) in una vita ordinata e confezionata… Ma prepotente si fa strada LA NECESSITÀ VITALE del desiderio del cambiamento rappresentato dal volto sognante. IL DESIDERIO CONCRETO, nel volto con l’occhio aperto, ma rigido nei lineamenti, non è azione sufficiente se non vi è la VERA E SPIAZZANTE(volto spaventato) presa di coscienza. Spesso serve la distruzione dolorosa (pannello con il teschio) delle false certezze o credenze per giungere al reale e desiderato cambiamento… visibile nell’ultimo sereno e regale profilo. Composizione modulare di 9 pannelli.
BREVE BIOGRAFIA DELL’ARTISTA:
Tarantina di nascita, romana d’adozione conclude gli studi artistici presso l’Accademia delle Belle arti di Lecce. Al suo attivo ha numerose esposizioni artistiche nazionali, tra le più rappresentative in Veneto, Lazio, Toscana, Puglia, Lombardia.
Vincitrice di numerosi concorsi d’arte, ha collaborato, come esperta esterna, in progetti in ambito scolastico.Ventennale esperienza in settore associazionistico. Murales pubblici e privati su tutto il territorio nazionale, completano il suo percorso artistico. Collabora, con la sua produzione pittorica, con uno studio di Interior design.
“Lipa, profughi”. Olio su tela (h, 80cm – b, 40cm)
PROFILO INSTAGRAM:
tizianolatronico81
DESCRIZIONE DELL’OPERA:
Disumanizzazione è l’unica parola che mi permette di sintetizzare il comportamento del mondo occidentale nei confronti dei profughi, perché quando non percepiamo, non vediamo la differenza, la tragedia e non riconosciamo le qualità proprie dell’ uomo, non riconosciamo noi stessi. Il campo di Lipa è l’immagine di questo concetto, è un esempio concreto di disumanizzazione. Persone abbandonate al proprio destino, letteralmente non considerate esseri umani, persone trasformate in fantocci inespressivi dal cinismo e dalla crudeltà di una società che ha paura del suo stesso respiro. Persone private della propria narrazione, svuotate emotivamente. L’unica cosa che gli resta è un ambiente indefinito e ostile, quasi irreale, una terra di mezzo imposta dal silenzio e dall’odio, dove nemmeno il cielo riesce a placarsi.
BREVE BIOGRAFIA DELL’ARTISTA:
Sono un autodidatta. Nel periodo peggiore della mia vita, l’infanzia, l’arte diventò una luce in mezzo all’oscurità. Animali e fumetti furono i miei soggetti preferiti. Nasco disegnatore, ma da un anno ho iniziato a dipingere. La condizione umana è un tema che cerco sempre di affrontare attraverso l’arte, mi da la possibilità di mettere e di mettermi in discussione.
DESCRIZIONE DELL’OPERA: Viaggio virtuale nella città vecchia di Taranto utilizzando una macchina fotografica a pellicola cercando di mettere in evidenza bellezze e contraddizioni di un luogo storico e, purtroppo, per ora abbandonato.
BREVE BIOGRAFIA DELL’ARTISTA: Sono un fotoamatore, mi piace sviluppare sempre nuove tecniche fotografiche. La mia è una semplice passione e negli spazi di tempo che questa vita ci concede, cerco di lasciare qualche traccia sui social.
Titolo opera, tecnica e dimensioni: Urban Icona Mixed media on recycled Wood 50 x 70
Descrizione dell’opera: Divino e familiare; queste sono le due parole chiave per spiegare l’origine di Urban Icon. Il divino scende dal suo piedistallo e viene quasi vandalizzato e sconsacrato, mentre il concetto di familiare o per meglio dire famiglia, viene espresso per la prima volta da Morb, mostrando al contempo su tela le sue origini nordeuropee.
biografia dell’artista: Dawid Gurbowicz, in arte Morb, è un artista di origine polacca, che risiede da sempre nei confini Italiani. Questo mix di culture, gli hanno permesso dare origine ad opere, dalle quali emerge una forte volontà di analisi critica dell’uomo. In particolare, questa indagine attraversa scenari complessi della società umana, partendo da temi di portata generale come natura e ambiente, fino a concentrarsi su uno degli aspetti più intimi dell’individuo, quello della fede. Il culto religioso e le credenze popolari si fondono con il mondo street, creando un perfetto equilibrio tra arte sacra e graffiti.
Tre conserve d’arte per un sentimento oggi si tinge di ROSSO!
Tra amore e possesso avete scelto, con il nostro sondaggio della settimana su Instagram, l’ammmore, il sentimento che ha destato i più alti e nobili scopi, ciò che rende caldo anche il marmo più freddo.
Tanto ci sarebbe da dire e da scrivere sull’amore… tanti sono gli artisti ne hanno fatto un loro proposito e di amore si parla anche in modo romantico: c’è chi lo vive come una tragedia e chi ne fa la nuvola per volare in alto.
Una delle mie poesie preferite sull’amore è di Eugenio Montale, Satura (1962-1970):
“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.”
La tenerezza di questo componimento mi ha permesso di scegliere le tre opere per l’amore.
1) Jeanne Hebuterne – AMEDEO MODIGLIANI
La prima opera di cui parleremo è di Modigliani, un animo pieno di eccessi e pieno di amori tormentati, non a caso è stato tra i maggiori esponenti degli artisti maledetti.
Nato il 12.07.1884 a Livorno, Modigliani trovò il suo apice artistico a Parigi, anche se non possiamo sicuramente dire che trovò, nell’arco della sua esistenza, fortuna. La sua vita fu caratterizzata dalla povertà e pur di eccedere nell’alcool, Modigliani era solito pagare le proprie bevute con dei disegni.
Perché ho pensato all’amore vedendo la sua opera?
Forse perché mi sono ricordata di una delle sue citazioni più celebri: “Quando conoscerò la tua anima dipingerò i tuoi occhi”.
Ma non solo!
Certamente, Modigliani ebbe numerose amanti, ma il suo più grande amore fu Jeanne Hebuterne, modella e pittrice. Lo seguì fino alla fine, così legata al pittore da togliersi la vita poco dopo la sua morte, portandosi via anche il bambino che aveva in grembo.
In questo ritratto la vediamo con uno sguardo giovane che ci fissa, sembra nascondere qualche segreto, chissà forse quello del vero amore e della passione!
Inoltre, grazie ai colori brillanti utilizzati, possiamo ben cogliere il pigmento dei capelli castano dorati che resero la modella famosa con il soprannome Noce di cocco.
2) Gli amanti – EGON SCHIELE
Autore: Cucinella Domenico. L’abbraccio, opera di Egon Schiele, esposta alla Österreichische Galerie Palazzo Belvedere, Vienna; fonte: wikipedia
Egon Leon Adolf Schiele, pittore e incisore austriaco, fu il pupillo e amico di Gustav Klimt ed esponente dell’espressionismo.
La sua arte consta di 340 dipinti e 2800 tra acquerelli e disegni. E’ diventato celebre per i suoi nudi femminili e in generale per la rappresentazione dei corpi caratterizzati da linee nette e colori vivaci.
L’opera di cui parleremo è Gli amanti (anche chiamato L’abbraccio) in cui viene rappresentata una coppia stesa su delle lenzuola e ripresa durante un momento intimo.
L’intimità ha reso noto il pittore, intimità individuale e intimità condivisa dove i protagonisti delle opere permettono di entrare nelle loro sfere personali.
Inoltre, il pittore espressionista è riuscito a conferire alla propria arte la tensione dei corpi, vediamo infatti, anche in questa tela, i due soggetti tesi l’uno vero l’altro.
Dipinto nel 1917, riprende l’attimo dell’abbraccio visto dall’alto, i volti non si vedono, ma sono percepibili a chi li guarda, grazie anche ai tratti che evidenziano le nervature del corpo.
Da sottolineare come la passione e la tenerezza vengano colte dal pittore: l’uomo avvolge con il proprio corpo la donna amata.
Questo quadro mi ha fatto pensare all’amore tenero e a quello protettivo.
3) La passeggiata – MARC CHAGALL
Con La Passeggiata, realizzata tra il 1917-1918, un olio su tela, conservato oggi nel Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, Marc Chagall ha rappresentato l’amore leggero (ma non superficiale) che provava per la moglie Bella.
Vediamo la coppia ripresa in un momento d’amore, la donna con il sentimento dell’amore si è fatta leggera e, grazie all’uomo che la tiene, riesce ancora a guardare a terra.
Chagall invece ci guarda e ci sorride, con una mano tiene la sua amata e con l’altra un uccellino.
Chagall era il pittore onirico per eccellenza, riusciva a catturare momenti fiabeschi dove tutto diventava più leggero.
Quest’opera fu realizzata due anni dopo il matrimonio e con esso il pittore ha celebrato anche l’amore per la propria terra.
Infatti, sullo sfondo possiamo trovare la città d’origine degli sposi, Vitebsk (Bielorussia) raffigurata con una chiesa rosa e le abitazione in un paesaggio dipinto di verde, mentre in primo piano notiamo per terra ciò che resta di un pic-nic appena consumato.
Insomma anche questo appuntamento è giunto al termine, non è stato semplice scegliere le opere sull’amore, voi a quali opere pensereste?
Come da voi richiesto, tramite le votazioni che avete espresso su Instagram, eccoci ad un nuovo episodio di tre conserve d’arte per un sentimento.
Avete votato per questa settimana la “Gioia” e per la selezione delle opere ho deciso di scegliere come sottofondo musicale Gioia infinita dei Negrita ed Happy di William Pharrell.
“It might seem crazy what I’m ‘bout to say
Sunshine she’s here, you can take a break
I’m a hot air balloon that could go to space
With the air, like I don’t care baby by the way
Huh, because I’m happy
Clap along if you feel like a room without a roof”.
E ora veniamo alle opere scelte con tanto amore:
1) LA PRIMAVERA DI BOTTICELLI
Non poteva mancare La Primavera di Sandro Botticelli realizzata tra il 1478 e il 1482, commissionata da Pierfrancesco de Medici, una tempera su tavola che esprime al meglio il concetto di gioia.
Guardando il quadro ci ritroviamo in un paesaggio bucolico, dove la natura sfoga tutta la sua bellezza e la primavera si riappropria di ciò che è suo.
Questo dipinto può essere letto come un racconto da sinistra verso destra. Infatti ci viene subito rappresentato il momento in cui Zefiro, in preda all’amore verso una sacerdotessa cerca di rapirla e nel toccarla questa perde le sue vesti umane trasformandosi in Flora.
Il racconto prosegue con Flora intenta a spargere i petali di fiori, ci viene incontro con il suo sorriso e ci mostra con felicità quello che sta accadendo.
Infatti, al centro della composizione troviamo la protagonista del quadro, la Primavera, rappresentata come una madonna.
E se ancora non siete sicuri che questo sia un momento gioioso, in questa composizione possiamo notare la personificazione della gioia, Eufrosine, una delle tre grazie.
Insomma, quando ho pensato alla felicità mi è venuto subito in mente la Primavera di Botticelli.
2) DANCE DI MUCHA
Mucha, maggior esponente dell’Art nouveau, con la sua Dance, realizzata nel 1898, ha rappresentato con toni caldi, linee nette e pulite la freschezza di una ragazza felice, che ci guarda di spalle, con sguardo malizioso, ci sorride e continua la sua danza.
La ragazza è racchiusa in una corona di fiori e agli angoli della cornice possiamo notare delle farfalle.
La leggerezza di questa sua rappresentazione, come tante altre dell’artista, arriva dritta all’osservatore che si sente coinvolto dalla serenità della danzatrice.
Certo l’artista fu il precursore dell’arte grafica ed iconica, rese celebre l’attrice Sarah Bernhardt con cui collaborò per sei anni con manifesti pubblicitari e cartelloni teatrali.
Inoltre, per chi non lo sapesse Mucha, pittore ceco, realizzò numerose opere alla portata di tutti, infatti le sue stampe potevano essere acquistate da chiunque.
3) GIOIA DI VIVERE DI MATISSE
Realizzato tra il 1905 e il 1906. Henri Matisse è riuscito, grazie al suo percorso artistico, in particolare il periodo Fauve, a rappresentare il sentimento della gioia che possiamo vedere in questo quadro.
Il quadro oggi si trova conservato presso il Museo di Melon, ma in passato fu esposto nel Salon des indépendants di Parigi.
I colori richiamano le opere del pittore Gauguin, ispirandosi all’arte orientale Matisse è riuscito a cogliere diversi lati della gioia.
Al centro della composizione l’occhio cade su due figure femminili stese sul suolo intente a riposare.
Dopo di che l’occhio continua con la sua esplorazione e si concentra sullo sfondo, dove ritroviamo un richiamo ad un’altra sua opera “La Danza”, infatti possiamo notare un gruppo di danzatori mentre ballano in cerchio.
Questa volta Matisse non ha usato il colore con delle stesure nette, anzi ha optato per dei colori meno forti ma più brillanti.
Questa è stata la mia piccola selezione di opere per la gioia e voi quali opere scegliete?
Lo stato d’animo per eccellenza degli artisti, quello che permette di amplificare ogni emozione, oggi parleremo della sensibilità.
Vi ricordate una delle frasi più famose di Into the Wild?
“La fragilità del cristallo non è una debolezza, ma una raffinatezza”.
Troppe volte la sensibilità viene vista come la debolezza del genere umano, quando in realtà è una raffinatezza.
Ora veniamo alle tre opere che a per me rappresentano questo sentimento.
1) EDWARD MUNCH – L’URLO
Edward Munch, pittore norvegese vissuto tra il 1893 e il 1944, era in grado, grazie alla sua sensibilità, di toccare le corde più intime umane.
L’Urlo rappresenta il volto di un uomo storpiato dal dolore, il troppo sentire lo ha reso deforme, sullo sfondo un cielo tinto di blu scuro e sotto di esso un fiordo.
Edward dichiarava “Camminavo lungo la strada con due amici, quando il sole tramontò. Il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue. Mi fermai. Mi appoggiai, stanco morto a un recinto. Sul fiordo nero azzurro e sulla città, c’erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura e sentivo che un grande urlo, infinito, pervadeva la Natura”.
L’urlo che storpia il volto di un uomo, perché sente dal più profondo la propria connessione con la natura e diventa parte di essa.
Non è una debolezza, ma diventa forza, e questa connessione con la Natura, grazie all’espressionismo si fermerà sulla tela.
Non più immagini canoniche, ma grazie a quest’opera abbiamo la rappresentazione della sensibilità umana al pubblico.
2) ANTONIO CANOVA – EBE
Una statua che rappresenta al meglio la delicatezza e la sensibilità gioiosa è Ebe, coppiera degli dei!
Una serie di sculture realizzate dal 1796 al 1817 dal maestro Canova mi ricorda di come la sensibilità sia anche leggerezza.
Antonio Canova ha ripreso a modello le statue ellenistiche, vissuto tra il 1757 e il 1822, fu ritenuto uno dei massimi esponente del Neoclassico.
La ragazza mostra la coppa che sta per servire, tenendola per le punte delle dita, con delicatezza come se la stessa coppa potesse infrangersi con un tocco violento.
Grazie al marmo la ragazza assume un animo candido oltre che marmoreo.
La posa in cui la vediamo è caratterizzata dal movimento delle vesti che sembrano trasportate dai suoi passi, ma ciò che colpisce alla vista non è tanto il suo volto, ma il nastro che le cinge la vita e che si chiude in un fiocco.
Dal mio punto di vista, la sensibilità dell’artista si chiude in quel fiocco, morbido al punto giusto e tale da permettere che le vesti non cadano a terra.
3) RENOIR – LACOLAZIONE DEI CANOTTIERI
Infine, ma non ultimo, il quadro dipinto tra il 1880 e il 1882 da Auguste Renoir, La colazione dei canottieri.
Un olio su tela conservato oggi a Washington presso la Philip Collection.
La scena che si apre ai nostri occhi viene ambientata in una veranda aperta del ristorante dei Fournaise sull’isola di Chatou.
La sensibilità si esprime con le pennellate luminose che ritraggono una colazione bandita per i canottieri, ma non solo… Vi ricordate il film Il Favoloso Mondo di Amelié del regista Jean-Pierre Jeunet?
Grazie a questo film possiamo elaborare la riflessione su un animo delicato che non prende parte alla colazione, la ragazza sullo sfondo intenta a bere.
Sembra timida e non vuole interagire con gli altri, ma stranamente osserva distrattamente noi che siamo dall’altra parte del quadro.
Quando ho cercato un’opera che a mio parere richiamasse il concetto di sensibilità mi è venuta in mente lei.
Un’altra curiosità legata a questa opera è che furono gli stessi amici e futura moglie a fare da modelli per il pittore.
Pensando al sentimento della sensibilità mi sono venuti in mente questi quadri e a voi?