Descrizione del libro: È una raccolta di poesie, con scrittura facile e molto moderna, alla portata di tutti. All’interno si possono trovare temi quali la famiglia, l’amore, l’amicizia, l’amore per la natura e per gli animali. È un misto di emozioni.
Breve biografia dell’autrice: Nata a Valona in Albania, in seguito al divorzio dei miei genitori, mi trasferisco in Italia. La mia passione per la scrittura nasce immediatamente proprio imparando l’italiano per necessità di vita. Diplomata in finanza e marketing e iscritta alla Federico II in lettere moderne. Oggi aspiro, tramite la poesia, a mandare messaggi al mondo, a poter capire le persone, anche se non le conosco, toccare i loro dolori per non farli sentire soli.
Ricordati chi sei, e ricordati di non dimenticarlo mai.
Tre conserve d’arte per un sentimento oggi si tinge di ROSSO!
Tra amore e possesso avete scelto, con il nostro sondaggio della settimana su Instagram, l’ammmore, il sentimento che ha destato i più alti e nobili scopi, ciò che rende caldo anche il marmo più freddo.
Tanto ci sarebbe da dire e da scrivere sull’amore… tanti sono gli artisti ne hanno fatto un loro proposito e di amore si parla anche in modo romantico: c’è chi lo vive come una tragedia e chi ne fa la nuvola per volare in alto.
Una delle mie poesie preferite sull’amore è di Eugenio Montale, Satura (1962-1970):
“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.”
La tenerezza di questo componimento mi ha permesso di scegliere le tre opere per l’amore.
1) Jeanne Hebuterne – AMEDEO MODIGLIANI
La prima opera di cui parleremo è di Modigliani, un animo pieno di eccessi e pieno di amori tormentati, non a caso è stato tra i maggiori esponenti degli artisti maledetti.
Nato il 12.07.1884 a Livorno, Modigliani trovò il suo apice artistico a Parigi, anche se non possiamo sicuramente dire che trovò, nell’arco della sua esistenza, fortuna. La sua vita fu caratterizzata dalla povertà e pur di eccedere nell’alcool, Modigliani era solito pagare le proprie bevute con dei disegni.
Perché ho pensato all’amore vedendo la sua opera?
Forse perché mi sono ricordata di una delle sue citazioni più celebri: “Quando conoscerò la tua anima dipingerò i tuoi occhi”.
Ma non solo!
Certamente, Modigliani ebbe numerose amanti, ma il suo più grande amore fu Jeanne Hebuterne, modella e pittrice. Lo seguì fino alla fine, così legata al pittore da togliersi la vita poco dopo la sua morte, portandosi via anche il bambino che aveva in grembo.
In questo ritratto la vediamo con uno sguardo giovane che ci fissa, sembra nascondere qualche segreto, chissà forse quello del vero amore e della passione!
Inoltre, grazie ai colori brillanti utilizzati, possiamo ben cogliere il pigmento dei capelli castano dorati che resero la modella famosa con il soprannome Noce di cocco.
2) Gli amanti – EGON SCHIELE
Autore: Cucinella Domenico. L’abbraccio, opera di Egon Schiele, esposta alla Österreichische Galerie Palazzo Belvedere, Vienna; fonte: wikipedia
Egon Leon Adolf Schiele, pittore e incisore austriaco, fu il pupillo e amico di Gustav Klimt ed esponente dell’espressionismo.
La sua arte consta di 340 dipinti e 2800 tra acquerelli e disegni. E’ diventato celebre per i suoi nudi femminili e in generale per la rappresentazione dei corpi caratterizzati da linee nette e colori vivaci.
L’opera di cui parleremo è Gli amanti (anche chiamato L’abbraccio) in cui viene rappresentata una coppia stesa su delle lenzuola e ripresa durante un momento intimo.
L’intimità ha reso noto il pittore, intimità individuale e intimità condivisa dove i protagonisti delle opere permettono di entrare nelle loro sfere personali.
Inoltre, il pittore espressionista è riuscito a conferire alla propria arte la tensione dei corpi, vediamo infatti, anche in questa tela, i due soggetti tesi l’uno vero l’altro.
Dipinto nel 1917, riprende l’attimo dell’abbraccio visto dall’alto, i volti non si vedono, ma sono percepibili a chi li guarda, grazie anche ai tratti che evidenziano le nervature del corpo.
Da sottolineare come la passione e la tenerezza vengano colte dal pittore: l’uomo avvolge con il proprio corpo la donna amata.
Questo quadro mi ha fatto pensare all’amore tenero e a quello protettivo.
3) La passeggiata – MARC CHAGALL
Con La Passeggiata, realizzata tra il 1917-1918, un olio su tela, conservato oggi nel Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, Marc Chagall ha rappresentato l’amore leggero (ma non superficiale) che provava per la moglie Bella.
Vediamo la coppia ripresa in un momento d’amore, la donna con il sentimento dell’amore si è fatta leggera e, grazie all’uomo che la tiene, riesce ancora a guardare a terra.
Chagall invece ci guarda e ci sorride, con una mano tiene la sua amata e con l’altra un uccellino.
Chagall era il pittore onirico per eccellenza, riusciva a catturare momenti fiabeschi dove tutto diventava più leggero.
Quest’opera fu realizzata due anni dopo il matrimonio e con esso il pittore ha celebrato anche l’amore per la propria terra.
Infatti, sullo sfondo possiamo trovare la città d’origine degli sposi, Vitebsk (Bielorussia) raffigurata con una chiesa rosa e le abitazione in un paesaggio dipinto di verde, mentre in primo piano notiamo per terra ciò che resta di un pic-nic appena consumato.
Insomma anche questo appuntamento è giunto al termine, non è stato semplice scegliere le opere sull’amore, voi a quali opere pensereste?
Il gabbiano Jonathan Livingston, il celebre romanzo dell’aviatore e scrittore statunitense Richard Bach, compie cinquanta anni dalla sua prima pubblicazione curata, appunto nel 1970, della casa editrice britannica Macmillan!
Ci siamo chiesti se, ancora oggi, il messaggio di libertà che il libro trasmette riesca a essere efficace nonostante il tempo trascorso…
Prima di dare risposta al nostro quesito, ripercorriamo in breve il contenuto di questo best seller.
Il gabbiano Jonathan Livingston è un componente fuori dal comune all’interno dello Stormo Buonappetito. Tutti i gabbiani, eccetto lui, volano per una sola ragione: la fame. Questo bisogno fisico tanto importante, quanto banale, pare essere l’unico motivo della loro esistenza.
Jonathan, invece, ha altre ambizioni. Il suo desiderio è quello di volare per migliorarsi, per sperimentare e misurarsi con i propri limiti. Dopo alcune prove di volo acrobatico (andature in picchiata, virate imperiali, scampanate, volte rovesciate e viti orizzontali) non accettate dal Consiglio degli Anziani, il gabbiano Jonathan Livingston, seppur profondamente addolorato, è costretto ad allontanarsi dallo Stormo e a vivere in solitudine.
Ormai solo e libero dalle privazioni imposte dalla comunità di provenienza, il gabbiano Jonathan si dedica ad allenamenti intensi per migliorare le tecniche di volo già apprese e per impararne di nuove. I progressi raggiunti sono così importanti che l’audace volatile, incontrati due splendidi gabbiani dal piumaggio candido, si ritrova catapultato in una dimensione nuova e più elevata.
E’ in questa diversa realtà che il gabbiano, dopo addestramenti stancanti – eseguiti in compagnia di altrettanti gabbiani appassionati di volo – acquista la capacità di volare alla velocità del pensiero annullando del tutto i limiti dello spazio e del tempo, del “qui ed ora”.
Raggiunta questa maggiore consapevolezza di se stesso e delle proprie forze fisiche e mentali, Jonathan, sentendo il desiderio di ricongiungersi con lo Stormo, torna da quegli stessi gabbiani che lo avevano allontanato, credendolo una minaccia, per insegnare loro le abilità apprese. Finito di formare il suo pupillo, il gabbiano Flethcer, e fatto di esso un insegnante a sua volta, Jonathan decide di intraprendere un lungo viaggio alla ricerca di nuovi stormi ai quali insegnare a volare.
Il libro, seppure abbia per protagonista un gabbiano, intende trasmettere un messaggio fondamentale al lettore. L’autore, infatti, con questa grande metafora del gabbiano intraprendente (il singolo essere umano, desideroso di conoscenza) da una parte e dello Stormo e del Consiglio degli Anziani (la società che detta le leggi della comune convivenza) dall’altra, intende comunicare l’immortale principio che dovrebbe governare l’esistenza di ogni singolo essere umano cioè di lottare per sentirsi padrone di se stesso, di uscire – quando se ne avverte la necessità – fuori dagli schemi, di pensare “out of the box“, di intraprendere nuovi percorsi nonostante il disappunto della società nella quale si vive.
Solo così, secondo Bach, ogni uomo può dare sfogo al proprio io interiore e sentirsi libero.
Insieme al potente concetto della libertà (nella doppia accezione del sentirsi liberi DI e liberi DA), Bach affronta anche il tema dell’amore. Il gabbiano Jonathan, infatti, pur avendo la possibilità di rimanere nella dimensione superiore faticosamente raggiunta, decide, per amore dello stormo, di tornare dallo stesso per trasmettere agli stessi gabbiani – che precedentemente gli avevano negato la possibilità di essere se stesso – le sue conoscenze.
Il libro tratta, quindi, indirettamente anche i temi della solidarietà, della comprensione del diverso e del perdono, tutti concetti, anche questi, immortali.
Non esattamente acclamato dalla critica del tempo, questo romanzo brevissimo (forse più assimilabile ad una favola) non ci mise molto a divenire un cult. Sarà poi per i messaggi ever green che trasmette, sarà per il linguaggio semplicissimo (qualche difficoltà si ha solo quando si leggono le descrizioni delle acrobazie eseguite in volo ma ricordiamoci che l’autore è pur sempre un ex-pilota) con cui i temi vengono trattati, sarà perché ci stimola a tirar fuori il gabbiano Jonathan Livingston sopito in ognuno di noi, fatto sta che a distanza di anni ci suggerisce ancora numerosi spunti di riflessione!
E voi cosa ne pensate? Non abbiamo forse sperimentato (chi più chi meno), in questo periodo di quarantena, il desiderio di sentirci svincolati? Lasciateci nei commenti le vostre considerazioni!