Conserve letterarie, Libri

LE ULTIME LEZIONI DI GIOVANNI MONTANARO

La recensione che segue è la versione scritta della recensione già pubblicata in formato video sul canale YouTube di Frenchibuc che trovate qui!

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Jacopo è un ragazzo come tanti altri che è in procinto di laurearsi in Economia nella sua città, Venezia.

Come molti suoi coetanei, però, vive un periodo di malessere. Chi almeno una volta nella vita non si è posto questa domanda: “e adesso che finirò gli studi che farò? Lavorerò? Metterò su famiglia? Cambierò città?”.

Chi, trovandosi improvvisamente davanti la vastità della vita, non ne è rimasto turbato, spaventato?

Jacopo ha bisogno di parlare con qualcuno, di sfogarsi, ma a chi chiedere? I genitori non gli sono mai sembrati così lontani, la ragazza (scintilla che fa scattare la crisi) lo ha appena lasciato, gli amici non sono adatti per parlare di queste cose……….

Durante questo periodo nero, però, il nostro protagonista ritrova una figura che non vede da tempo: il Professor Costantini, un insegnante del liceo che il ragazzo stimava molto per la sua abilità di spiegare letteratura alla classe.

Dopo un primo incontro fortuito l’anziano Professore invita il suo ex allievo nella sua casa a Sant’Erasmo, un’isola nella laguna di Venezia.

Dopo una riluttanza iniziale Jacopo decide di accogliere l’invito di Costantini e di andare da lui per finire la sua tesi.

E così inizia per il ragazzo un periodo di studio intenso, immerso nella campagna veneta. Qui, in questo ambiente quasi bucolico, dove i profumi dei fiori e del mare si mescolano con quelli dei libri del vecchio Professore, Jacopo comincia a confidarsi con l’insegnante. Gli racconta tutto: la sua vita, le sue speranze, il suo malessere interiore. E l’uomo ascolta, prima passivamente, poi dispensando consigli e infine iniziando a raccontare a sua volta la sua vita a quel ragazzo che inizia, forse, a vedere come un figlio.

Jacopo conosce anche Lucia, la figlia del Professore, costretta, fin dalla nascita, sulla sedia a rotelle. Pur non riuscendo a parlare la ragazza riesce sempre a comunicare i sentimenti che prova.

La trama è tutta qui, nessun colpo di scena, nessun lieto (o almeno non per tutti) fine.

Eppure questo piccolo spaccato di vita, riesce, con i suoi brevi capitoli, a tenere incollato il lettore alle sue pagine.

Personalmente mi sono molto immedesimato nel protagonista, nonché narratore. Del resto la sua esperienza, i suoi pensieri, i suoi sentimenti sarebbero potuti essere i miei, magari qualche anno fa.

Mentre leggevo, in quella casa in riva al mare, non c’era Jacopo, c’ero io. Un me stesso alternativo, diverso, ma allo stesso tempo uguale.

Ancora adesso, rileggendo quelle pagine, sento il profumo dell’albero di mimose tanto caro al Professor Costantini.

Auguro a tutti coloro che leggeranno questo libro di provare tale coinvolgimento e tale trasporto. Del resto i libri servono a quello. Volare con la fantasia e vivere nuove vite.

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“Il carnevale a Venezia” di Livin Derevel

Questo libro ci ha conquistato! Penserete forse per la trama seducente? Forse per il finale inaspettato o per la magia del Carnevale che trasuda da ogni sua pagina?

Certamente questo pamphlet colpisce anche per questi suoi caratteri, ma ciò che lo rende unico è il linguaggio con cui è stato scritto dall’autrice, Livin Derevel.

Ebbene sì, questa giovane scrittrice inonda il lettore di parole astruse, spesso desuete ricordandoci quanto ristretto sia il lessico che abitualmente usiamo per esprimerci…!

Parole come “cachinno eufonico“, “mistagogo“, “gazzarra“, “generoso refolo di Bora“, “ritratti evemeristici” sono solo alcune di quelle che più ci sono rimaste impresse…

Tuttavia di questo libello (146 pagine) sorprende non solo il linguaggio inusitato, ma anche la costruzione barocca e il doppio livello su cui è architettato: non si sa bene se i fatti accadano nella realtà o in qualche sogno del protagonista… E il dubbio permane fino alla fine!

La presenza delle Maschere del Carnevale (Arlecchino, Balanzone, Colombina, Brighella Pantalone solo per citare i personaggi più noti della Commedia dell’Arte ripresi dalla Derevel), spiriti eterni, resi terreni e collocati tra i comuni mortali (dove forse sono sempre stati, considerato che rappresentano i vizi atavici dell’umanità?!) e il loro modo di evadere le indagini del Commissario Lorenzo al fine di confonderlo nella ricerca dell’assassino, non fanno altro che dare risalto al folle periodo carnascialesco che ogni anno puntuale imperversa nella città di Venezia.

Ecco quindi che il Carnevale da semplice ambientazione diventa il vero protagonista del racconto!

In effetti Il Carnevale a Venezia, grazie alla sbeffeggiante e sgarzilla figura del suo Re, Arlecchino, rappresenta il grande trionfo di questa festa tradizionale sullo scetticismo nutrito nei suoi confronti dal Commissario Lorenzo.

Inizialmente Titubante e scettico sul folklore, sulla stravaganza e sulla leggiadria che provoca ogni anno questo appuntamento popolare, Lorenzo finirà col fare grandi scoperte: sia in termini personali (specifichiamo che l’autrice ha anche scritto il romanzo a tema LGBT “Arabesque” e in generale è pervasa dalla cultura LGBT), sia con riferimento alle fallaci indagini fino a quel momento svolte.

Che dire signori? Vi lasciamo alla lettura di questo tascabile con la frase latina riportata nelle sue primissime pagine: “Semel in anno licet insanire” che tradotta significa “Almeno una volta all’anno è lecito impazzire“!

Buona lettura!

TITOLO: Il Carnevale a Venezia

AUTORE: Livin Derevel

CASA EDITRICE: Milena edizioni

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2017

PREZZO (di copertina): €. 8,90