Conserve letterarie, Libri

IL GABBIANO JONATHAN LIVINGSTON DI RICHARD BACH A 50 ANNI DALLA SUA PRIMA PUBBLICAZIONE

Il gabbiano Jonathan Livingston, il celebre romanzo dell’aviatore e scrittore statunitense Richard Bach, compie cinquanta anni dalla sua prima pubblicazione curata, appunto nel 1970, della casa editrice britannica Macmillan!

Ci siamo chiesti se, ancora oggi, il messaggio di libertà che il libro trasmette riesca a essere efficace nonostante il tempo trascorso…

Prima di dare risposta al nostro quesito, ripercorriamo in breve il contenuto di questo best seller.

Il gabbiano Jonathan Livingston è un componente fuori dal comune all’interno dello Stormo Buonappetito. Tutti i gabbiani, eccetto lui, volano per una sola ragione: la fame. Questo bisogno fisico tanto importante, quanto banale, pare essere l’unico motivo della loro esistenza.

Jonathan, invece, ha altre ambizioni. Il suo desiderio è quello di volare per migliorarsi, per sperimentare e misurarsi con i propri limiti. Dopo alcune prove di volo acrobatico (andature in picchiata, virate imperiali, scampanate, volte rovesciate e viti orizzontali) non accettate dal Consiglio degli Anziani, il gabbiano Jonathan Livingston, seppur profondamente addolorato, è costretto ad allontanarsi dallo Stormo e a vivere in solitudine.

Ormai solo e libero dalle privazioni imposte dalla comunità di provenienza, il gabbiano Jonathan si dedica ad allenamenti intensi per migliorare le tecniche di volo già apprese e per impararne di nuove. I progressi raggiunti sono così importanti che l’audace volatile, incontrati due splendidi gabbiani dal piumaggio candido, si ritrova catapultato in una dimensione nuova e più elevata.

E’ in questa diversa realtà che il gabbiano, dopo addestramenti stancanti – eseguiti in compagnia di altrettanti gabbiani appassionati di volo – acquista la capacità di volare alla velocità del pensiero annullando del tutto i limiti dello spazio e del tempo, del “qui ed ora”.

Raggiunta questa maggiore consapevolezza di se stesso e delle proprie forze fisiche e mentali, Jonathan, sentendo il desiderio di ricongiungersi con lo Stormo, torna da quegli stessi gabbiani che lo avevano allontanato, credendolo una minaccia, per insegnare loro le abilità apprese. Finito di formare il suo pupillo, il gabbiano Flethcer, e fatto di esso un insegnante a sua volta, Jonathan decide di intraprendere un lungo viaggio alla ricerca di nuovi stormi ai quali insegnare a volare.

Il libro, seppure abbia per protagonista un gabbiano, intende trasmettere un messaggio fondamentale al lettore. L’autore, infatti, con questa grande metafora del gabbiano intraprendente (il singolo essere umano, desideroso di conoscenza) da una parte e dello Stormo e del Consiglio degli Anziani (la società che detta le leggi della comune convivenza) dall’altra, intende comunicare l’immortale principio che dovrebbe governare l’esistenza di ogni singolo essere umano cioè di lottare per sentirsi padrone di se stesso, di uscire – quando se ne avverte la necessità – fuori dagli schemi, di pensare “out of the box, di intraprendere nuovi percorsi nonostante il disappunto della società nella quale si vive.

Solo così, secondo Bach, ogni uomo può dare sfogo al proprio io interiore e sentirsi libero.

Insieme al potente concetto della libertà (nella doppia accezione del sentirsi liberi DI e liberi DA), Bach affronta anche il tema dell’amore. Il gabbiano Jonathan, infatti, pur avendo la possibilità di rimanere nella dimensione superiore faticosamente raggiunta, decide, per amore dello stormo, di tornare dallo stesso per trasmettere agli stessi gabbiani – che precedentemente gli avevano negato la possibilità di essere se stesso – le sue conoscenze.

Il libro tratta, quindi, indirettamente anche i temi della solidarietà, della comprensione del diverso e del perdono, tutti concetti, anche questi, immortali.

Non esattamente acclamato dalla critica del tempo, questo romanzo brevissimo (forse più assimilabile ad una favola) non ci mise molto a divenire un cult. Sarà poi per i messaggi ever green che trasmette, sarà per il linguaggio semplicissimo (qualche difficoltà si ha solo quando si leggono le descrizioni delle acrobazie eseguite in volo ma ricordiamoci che l’autore è pur sempre un ex-pilota) con cui i temi vengono trattati, sarà perché ci stimola a tirar fuori il gabbiano Jonathan Livingston sopito in ognuno di noi, fatto sta che a distanza di anni ci suggerisce ancora numerosi spunti di riflessione!

E voi cosa ne pensate? Non abbiamo forse sperimentato (chi più chi meno), in questo periodo di quarantena, il desiderio di sentirci svincolati? Lasciateci nei commenti le vostre considerazioni!

Fotografia scattata da Andrea di Giacomo

6 pensieri su “IL GABBIANO JONATHAN LIVINGSTON DI RICHARD BACH A 50 ANNI DALLA SUA PRIMA PUBBLICAZIONE”

  1. Io ho sempre volato controcorrente e spesso son rimasta l’unica a lottare in certe situazioni. Stare al sicuro a terra e tra i simili conviene a tutti ma io sono sempte stata oltre e non ho mai avuto paura di restare da sola. Ho letto questo libro da ragazzina e descriveva perfettamente il mio dtsto d’animo di allora e anche di adesso. 😄

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