AUTORE
Maria Michaela Pani
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OPERE CON CUI L’ARTISTA HA PARTECIPATO ALL’EVENTO “COSMOGONIE”
1. Origine del Cosmo

DESCRIZIONE
La necessità umana di sancire l’inizio e la fine delle cose, di percorsi, di trovare una linearità, uno svolgimento facile da seguire e comprendere, porta l’uomo ad interrogarsi su una rassicurante nascita dell’universo. In natura, tuttavia, tutto si trasforma senza inizi e senza fine, in un continuo movimento evolutivo. Si può dire che l’universo nasce quando nasce l’uomo, che per via del suo bisogno di sentirlo meno infinito e più simile a sé, decide di risalire ad un inizio, e nell’impossibilità di farlo, di costruirselo. Nel quadro, l’embrione, rappresentato in giallo, colore del terzo chakra, sede dell’ego, si innesta ai margini di un utero spaziale e vorticoso. Non è al suo centro, ma vi cerca riparo e nutrimento. Il corpo femminile, che ricorda la Venere di Willendorf, emblema della fertilità, avvolge l’Universo con sacralità, affetto, e forza generatrice, proteggendolo e contenendolo finché potrà. E qui il paradosso: il cosmo, da madre e sacca amniotica per gli esseri viventi, diventa un prodotto dell’essere vivente stesso, che una volta nato si dimentica della dimensione prenatale e lo semplifica, limitandolo nello spazio e nel tempo. Il dipinto è stato eseguito intingendo la mano sinistra, pur essendo destrorsa, direttamente nel colore. Le forme nascono dalle sensazioni tattili, visive, uditive, olfattive. L’immagine non è costruita, nasce spontaneamente come libera espressione gestuale in risposta agli stimoli emotivi.
2. False credenze

DESCRIZIONE
La rabbia, l’aggressività, sono maschere spesso utilizzate per nascondere le paure. Essere nel falso, essere soli, aver sbagliato, non avere le risposte alle domande che ci tormentano. In balìa delle basse vibrazioni di queste emozioni ci attacchiamo a delle idee fisse, delle teorie, che anestetizzano dal dolore del limbo della sofferenza e ostacolano una profonda trasformazione interiore, ancorandoci a falsi idealismi e desideri di immutabilità. Nel quadro, la dimensione dirompente della rabbia, della paura, dell’invidia, la creazione violenta e carica di energia, è rappresentata dai tratti graffiati in rosso e arancione macchiati di verde. La sensazione ricercata è quella della disperazione della crisi più nera e fonda, che comprime il corpo, lo carica di tensioni, lo porta ad irrigidirsi, in una chiusura che preannuncia la deflagrazione violenta. Le mani contengono il viso con tanta foga da lasciare il segno delle unghie sula pelle, quasi a volerlo strappare via. Non c’è delicatezza, non c’è una visione chiara e nitida, solo desiderio di imporre la propria realizzazione, i propri desideri, di avere il controllo non solo di sé ma anche degli altri e delle situazioni. In questa esplosività di rabbia, l’uomo è rappresentato con un segno giallo, quasi spinto fuori dalla tela dalla potenza travolgente e cieca dell’esplosione emotiva di fronte alla reale impotenza nei confronti dell’universo. Il dipinto è stato eseguito intingendo la mano sinistra, pur essendo destrorsa, direttamente nel colore. Le forme nascono dalle sensazioni tattili, visive, uditive, olfattive. L’immagine non è costruita, nasce spontaneamente come libera espressione gestuale in risposta agli stimoli emotivi.
3. La notte genera stelle e genera dubbi

DESCRIZIONE
Perché siamo qui? Da dove veniamo? Chi siamo? Queste sono alcune delle domande esistenziali che l’uomo rivolge al cielo, di notte. L’oscurità dell’intimità con l’universo celeste, per assonanza, ci riconduce al buio del proprio personale universo interiore, il luogo in cui sono possibili le illuminazioni profonde. Nella notte generiamo speranze e dubbi, che si alimentano a vicenda, in un atto ricreativo e creativo continuo. Nel quadro, l’uomo è rappresentato in arancione, il colore del secondo chakra, che simboleggia l’incontro fecondo tra la triade mente-corpo-spirito, che caratterizza la propria interiorità, e il mondo esterno, in questo caso un cielo notturno. Il giallo, l’ego, nei rimuginii notturni esplode e si spande frammentato nello spazio infinito, come un cielo stellato. Osservando il cielo l’uomo osserva parti del sé, si interroga, si specchia, si riconosce e disconosce, si scarica di responsabilità troppo ingombranti e si carica di virtù che vorrebbe possedere. Il dipinto è stato eseguito intingendo la mano sinistra, pur essendo destrorsa, direttamente nel colore. Le forme nascono dalle sensazioni tattili, visive, uditive, olfattive. L’immagine non è costruita, nasce spontaneamente come libera espressione gestuale in risposta agli stimoli emotivi.
PERFORMANCE DURANTE L’EVENTO COSMOGONIE
L’Architetto e Artista Maria Michaela Pani, durante la giornata di inaugurazione dell’evento Cosmogonie, il 4 dicembre 2021, si è anche esibita in una performance di live painting sotto gli occhi del pubblico incuriosito e catturato dai gesti veloci della performer. Il frutto della performance, di cui potete vedere di seguito alcuni scatti, è entrato a far parte del percorso espositivo, una volta concluso.
BREVE BIOGRAFIA ARTISTA
Maria Michaela Pani, architetto, pittrice, illustratrice e scrittrice, nasce a Roma nel 1986. Fin da bambina ha eletto il segno grafico come suo linguaggio primario, passando gran parte del suo tempo disegnando con qualsiasi strumento le capitasse. Silenziosa e discreta, non ha mai negato un fumetto personalizzato ai suoi compagni di classe. Nutrendosi profondamente del rapporto con l’arte, lo esplora con vivace curiosità. Tuttavia, le scelte di studio e di lavoro fino ad ora l’hanno portata a vivere il mondo artistico principalmente dal punto di vista organizzativo. Collabora con diverse associazioni culturali e studi di architettura, occupandosi dell’allestimento di mostre di pittura e fotografiche, anche nella veste di curatrice. Tra le ultime, l’allestimento della mostra su Leonardo Da Vinci a villa Farnesina del 2019, in cui ha partecipato alla progettazione degli elementi espositivi e all’allestimento delle sale con lo studio Susanna Nobili Architettura; l’allestimento e l’attività curatoriale della mostra fotografica in memoria di Stefano Brasili presso la libreria ELI, con l’A.S.D. Dinamica Tai Chi Chuan, sempre nel 2019; le mostre artistiche con cadenza settimanale presso Interno 14, organizzate con Associazione Italiana di Architettura e Critica, dal 2014 al 2018. Durante il periodo del liceo si avvicina all’arte attraverso la musica e la scrittura, proseguendo negli anni con le arti marziali e la danza. Dal 2016, con il suo studio, HOBO-sdc, si dedica alla realizzazione di video e utilizza le competenze apprese con l’esperienza nel supportare l’avvio di diversi progetti artistici. Tra il 2018 e il 2019 tre dei suoi racconti brevi sono stati selezionati e pubblicati sulla posterzine Locomotive. Di sottofondo alle varie attività, la pittura è rimasta per lei un tipo di espressione privata, intimistica e profonda, una sorta di diario segreto dell’anima in cui custodire la parte più emotiva e fragile, sapientemente protetta da una corazza di competenze tecniche e organizzative. I lunghi momenti di isolamento causati dalla pandemia e da un lavoro tecnico sempre più in modalità di smart working, le hanno consentito di ascoltare e dar voce al bisogno di dipingere, portandola a concentrarsi sull’autoesplorazione e conoscenza di sé, approfondendo la conoscenza del colore da un punto di vista psicologico, presso l’Accademia Italiana di Feng Shui. Attualmente incentra la propria attività artistica sulla ricerca dell’espressione e dell’esplorazione del mondo interiore attraverso il colore. I suoi quadri proiettivi nascono da un’esperienza sinestesica tra musica, incensi, sensazioni tattili e visive. Dipinge con le dita della mano sinistra, direttamente intinte nella tempera, per eludere il filtro della razionalità e il giudizio della perfezione tecnica, aprendo le porte dell’universo delle emozioni. La pratica pittorica diventa un atto curativo, ritrovando la spontaneità e l’esplosività di una comunicazione fluida, simbolica, interpretativa, colorata tipica del mondo dei bambini.