Biblioteche nel mondo, Senza categoria

La Biblioteca casanatense

La Biblioteca casanatense è tra le biblioteche più affascinanti della città di Roma.

Venne istituita nel 1698 per volontà testamentaria del cardinale Girolamo Casanate (Napoli 1620 – Roma 1700), il cui intento era quello di conservare e tramandare ai posteri la ricca collezione libraria da sé curata e, prima di esso, dal padre.

Sita alle spalle della biblioteca del Senato, in via Sant’Ignazio, nel pieno centro dell’Urbe, la Biblioteca casanatense nasce, quindi, nel XVII secolo, secolo che vide la fondazione in Italia di altre due importanti biblioteche ovvero l’Ambrosiana di Milano e l’Angelica di Roma, ritenute, assieme alla Biblioteca Bodleiana di Oxford, i primi esempi di biblioteca pubblica d’Europa.

L’architetto Antonio Maria Borioni, incaricato della progettazione della struttura, dovette, in primo luogo, fronteggiare il problema dell’illuminazione dell’edificio.

La Biblioteca casanatense in un’incisione dell’800

Borioni risolse l’impasse collocando su tutti e quattro i muri del grande ‘vaso’ delle ampie finestre di forma rettangolare poste al di sotto della volta a botte schiacciata, così da illuminare di luce naturale il luogo di studio e ricerca e allo stesso tempo lasciare quanto più spazio possibile alle scaffalature in legno destinate ad accogliere i volumi.

Tuttavia, a distanza di pochi anni dalla sua costruzione, si rese necessario un nuovo intervento dell’architetto Borioni il quale fu chiamato, nel 1717, a riprogettare la biblioteca questa volta allargando lo spazio del salone risultato incapace di contenere la gran mole di volumi.

Ancora oggi il salone, in cui sono raccolte circa 60.000 opere e in cui hanno luogo periodicamente concerti e altri eventi culturali, ha l’aspetto conferitogli dal Borioni con il secondo intervento presentandosi maestoso ed elegante agli occhi del visitatore.

Curiosità…

Nella Biblioteca sono custoditi alcuni esemplari di libri sottoposti alla censura dalla Chiesa che i padri domenicani del convento di S. Maria sopra Minerva, destinatari del lascito del cardinale Casanate, con molta probabilità, sono riusciti a preservare.

Spesso, infatti, i padri domenicani si trovavano a ricoprire importanti cariche presso la sede apostolica svolgendo, tra le altre funzioni, anche quella di autorizzare la pubblicazione dei libri mediante l’imprimatur.

E’ quindi verosimile che siano stati proprio essi a donare alla Biblioteca copie uniche dei libri sottoposti al loro esame. Prova ne è che la Biblioteca conserva degli esemplari di libri che portano i segni della censura: pagine coperte da strato di calce, parole cancellate, fogli strappati o presenza di una o più croci sul dorso del libro, a indicare il grado di pericolosità del contenuto del libro.

Il salone della Biblioteca casanatense in una fotografia ei nostri giorni

Un po’ di numeri…

La collezione casanatense conta 400.000 volumi tra manoscritti, incunaboli e stampati.

Tra i manoscritti più noti vi sono Chirurgia di Rolando attribuito al maestro Rolando della scuola salernitana di medicina, la Cronica di Martin Polono, il Pentateuco Ebraico, i Corali provenienti da Siena.

La Biblioteca accoglie anche manoscritti musicali di notevole pregio, tra cui quelli di Niccolò Paganini (alcuni dei quali firmati dal maestro) oltre al fondo musicale Compagnoni – Marefoschi di Macerata, proveniente dalla biblioteca della famiglia. Si tratta di una consistente raccolta (604 manoscritti di musica dei secoli XVIII e XIX) di partiture e di parti di esecuzioni manoscritte.

Ancora la Biblioteca è composta da un fondo teatrale di cui fanno parte 1300 volumi miscellanei e 600 opuscoli sciolti in cui viene trattato sia il teatro per musica (drammi, cantate, feste oratori, accademie, serenate, balli) che il teatro di prosa (tragedie, commedie, drammi, scenari, commedie nove e commedie ridicolose, favole pastorali e boscarecce e tragicommedie), sia gli scenari seicenteschi della commedia dell’arte.

Il globo terrestre realizzato dal cosmografo e cartografo Silvestro Amanzio Moroncelli, abate della congregazione silvestrina.(http://www.dalegoffigon.com/rome)

Interesse per la scienza

I Domenicani si preoccuparono di dotare la Biblioteca anche di preziosi oggetti scientifici (alcuni dei quali possono essere ammirati cliccando sul seguente link http://www.impressionijazz.com/pages/GeoPhotoGalleries/ROMA.Biblioteca-Casanatense/Biblioteca_Casanatense.html).

Tra i tanti che possono essere ammirati vi sono: la grande sfera armillare tolemaica in ottone e ferro del costruttore di strumenti matematici, Girolamo Caccia; i due globi, uno terrestre e uno celeste realizzati dal cosmografo e cartografo Silvestro Amanzio Moroncelli, abate della congregazione silvestrina; l’orologio solare a tazza in ottone del 1626; i due compassi di divisione in ferro del secolo XVIII; il compasso topografico in ottone del secolo XVII.

Consigliatissima la visita per chi vuole immergersi per qualche ora in un’altra epoca! E tranquilli se avvertirete un senso di inquietudine circondati da tutto quel sapere, disagio magari anche più intenso di quello che siete abituati a sentire quando entrate in libreria…! E’ assolutamente normale: è il potere della conoscenza che attraversa i secoli! 😉

Per maggiori informazioni sulla Biblioteca consultare il sito https://casanatense.beniculturali.it/

Libri, Living Books

Bakery House “Dolcementesamy”

Un appartamento contemporaneo dove il design incontra il gusto

dell’Arch. Giovanni Callocchia

  • Anno di completamento del progetto: 2020

A Lissone, “Capitale del mobile” della Brianza monzese, nota in Italia e all’estero per la produzione e il commercio di articoli per l’arredamento, un appartamento di circa 120 mq viene trasformato in una Bakery House.
Il progetto è firmato dall’architetto romano Giovanni Callocchia che è riuscito a tramutare in realtà il sogno della pasticcera Samantha Menato trasformando un classico appartamento, situato al quinto piano di una palazzina degli anni ’80, in una micro impresa domestica alimentare ovvero in una pasticceria casalinga.
Protagonista del progetto, dunque, è la cucina che, progettata nel rispetto della regolamentazione HACCP, combina qualità estetica a esigenze pratiche e funzionali della committenza. Spazi ampi e luminosi, superfici lisce e pulite, colori neutri e chiari si combinano ad un design contemporaneo molto sobrio ed elegante dove l’architettura lascia spazio al gusto, alla creatività e alla fantasia.
Un soggiorno, con area lounge e zona pranzo, affacciati entrambi così come la cucina su un terrazzo di 15 mq, due camere da letto, due bagni e uno spazio di servizio sono gli ambienti che costituiscono l’appartamento e che il progettista è riuscito a ricavare cercando di sfruttare al massimo i metri quadri disponibili e ponendo una particolare attenzione all’innovazione tecnologica, alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico.

La progettazione della libreria nasce in simbiosi con i proprietari, per renderla unica e personale con loro, le misure di progetto sono l’unione delle loro date di nascita a sx lei e dx lui, con elementi trasversali che vanno a unire le due parti come gesto di unione tra loro, la libreria nasce come elemento di arredo basato sulla loro unione che incastrando i segmenti si uniscono anche loro nella vita, le parti verticali sono binari che viaggiano verso l’infinito ma intersecati dagli elementi orizzontali creano un amore unico e inscindibile. I colori intersecano perfettamente l’armonia che c’è con tutto il resto della casa, ed è fondamentale l’esposizione di libri di alta pasticceria per sottolineare anche lì la linea di progettazione della BAKERY HOUSE “DOLCEMENTESAMY“.

Contatti dell’Arch. Giovanni Callocchia:

1. Foto frontale
2. Foto laterale
3. Foto laterale
Living Books

Libreria in villa

di Sergio Telesca (Architetto)

Non è sempre facile risolvere il buio di una stanza cieca

Nel progetto di ristrutturazione di questa villa, sita nell’entroterra della Basilicata, in provincia di Potenza, per rendere meno opprimente lo spazio dedicato allo studio (privo di luci o vedute), ho optato per l’abbattimento di una delle pareti e per la sua sostituzione con un muro libreria.

Grazie poi all’utilizzo del materiale ligneo e di colori caldi ho potuto rendere questo angolo del secondo piano intimo e accogliente senza rinunciare alla fonte di luce naturale.

La parete libreria è, infatti, in grado di schermare e allo stesso tempo illuminare questa porzione della casa che altrimenti sarebbe risultata soffocante e quindi poco funzionale.

Un buon compromesso per far dialogare tra loro i diversi ambienti della villa che, nel suo complesso, rimane fedele al concetto di casa rurale (vengono preservati i materiali rustici) seppur rivisitata in chiave moderna.

Per visionare il progetto dell’intera villa cliccare QUI.

Per visitare il sito dell’Architetto Sergio Telesca cliccare QUI.

Living Books

L’abitare contemporaneo

di Stefano Mavilio

(Architetto)

L’abitare contemporaneo -futuro?- dovrebbe consentirmi di fare tutto in qualunque luogo della casa e di muovermi liberamente senza nemmeno disporre dei banchi a rotelle. La casa come la conosciamo oggi -ingresso, cucina tinello, salotto buono, tende e mantovane- va assolutamente de-funzionalizzata, salvo poche eccezioni, ove necessario: il bagno, col tappetino in pelo erto e le tendine ricamate da nonna, sarà pur sempre un bagno, anche se non escludo che vi ci possa lavorare (è capitato che accadesse durante il primo lockdown).

La cucina sarà invece drammaticamente diversa: tornerà ad essere il <focus> della dimora, dove azione e pensiero riprenderanno a collaborare, vuoi che si tratti dello stufato, che del telelavoro, magari con annessa collezione di pentolame; giacché, pur vivendo una contemporaneità fatta di smaterializzazione dell’hardware, difficilmente ridurremo in dimensione il tegamino per le uova, almeno fino a quando esisteranno le uova (ma la domanda è pur sempre valida: perché invece di un tegamino ne accumuliamo intere collezioni?).

Tutto il resto deve essere <spazio per le diverse temporalità del vivere>: ove volessi dormire, in qualunque momento della giornata (telelavoro la notte con gli USA), apparirà un letto; ove volessi invece lavorare sul letto, appariranno i devices (i nostri figli già lo fanno). Rimuoveremo gli inutili salotti borghesi, i divani, i tavoli da pranzo; le mensole, i comò, i trumeau; perfino i buffet ed i controbuffet.

Come

Dovremo avere la possibilità di attrezzare un letto oppure una postazione di lavoro all’istante, quasi fosse un episodio di Star Trek. Il mio letto potrà essere scrivania; la scrivania, il letto. Perderanno significato anche le parole: meno oggetti meno parole, meno parole ma più significative (è troppo se dico multi-semantiche?). Del resto già oggi il tablet e il tavolo da cucina si esprimono con la medesima parola.

Quando i piani saranno ridotti a piani, siano essi orizzontali che verticali; quando i soffitti torneranno cieli e le finestre squarci di orizzonti; quando avrò definito il nuovo necessario corredo di utilità, avrò forse un’idea di cosa significherà l’abitare contemporaneo.

Luogo di gioia e di creatività fatta di cose semplici (non semplici cose) ma proprio perché semplici in grado di esprimere tutto il loro potenziale evocativo. E in questo rinnovato paesaggio domestico, in un tripudio di reti wi-fi e di reti neuronali, solo un oggetto avrà ancora valore di paradigma, di modello esemplare: l’ARTEFATTO LIBRO, che pur essendosi parzialmente smaterializzato in innumerevoli e-books, pdf e simili notazioni del nulla, è ancora oggi il Re delle nostre case. Comprate dunque una libreria che sia la sua Regina: prima o poi essa -magicamente- si riempirà.

Living Books

Una curva di libri!

L’idea di trasformare i nostri amati libri in veri e propri elementi d’arredo, facendoli diventare anche affascinanti oggetti decorativi per personalizzare la propria casa, è stata per me un forte stimolo per progettare una scenografica parete curva in cartongesso, caratterizzata da caleidoscopiche colonne di libri.

La parete curva, che racchiude lo studio, svolge la funzione di elemento di arredo grazie alle librerie di Design verticali, invisibili e self-standing. La porta curva di accesso allo studio, è incorniciata e mascherata da due librerie.

Il contenitore che nasconde la sua forma per privilegiare il proprio contenuto” eliminando il “superfluo” per mettere in evidenza l’essenziale, è Ptolomeo, disegnata da Bruno Rainaldi.

Il nome Ptolomeo è un omaggio a Tolomeo I Sotere che la storia ricorda come il primo che raccolse e si prese cura di tutto quanto fino allora scritto, a lui si deve l’ideazione nel III sec. a.c. della Biblioteca Reale di Alessandria d’Egitto.

Arch. Rosa Gorgoglione

sito: www.rosagorgoglione.it

Libreria su parete curva
Libreria self-standing
Libreria su parete curva, montaggio
Libreria Ptolomeo su parete curva, particolare