Le nostre scelte - Libri, Libri, Scrittori emergenti

“La Bestia”, il racconto di Giulia Quinzi

AUTORE:
Giulia Quinzi

PROFILO INSTAGRAM:

iaiaquinzi


TITOLO DEL RACCONTO:
La Bestia


DESCRIZIONE DEL LIBRO:
A Palenque una mamma e un bambino aspettano l’arrivo della Bestia, il treno merci per attraversare il Messico e superare il confine con gli Stati Uniti. Sul treno salirà solo Jesus, mentre Leticia tornerà indietro; c’è una legge negli USA che vieta il riespatrio dei migranti minorenni lasciati soli. Durante la condivisione di un ultimo pasto insieme, tra i ricordi e del passato e la paura per il futuro, avviene un incontro. Un vecchio misterioso interviene per aiutare il piccolo Jesus, e la loro conversazione sarà come un rito di passaggio alla fine del quale Jesus diventerà uomo.


BREVE BIOGRAFIA DELL’AUTIRCE:
Giulia Quinzi è nata a Roma, classe ‘94. Ha una laurea magistrale in filosofia e ha conseguito un master alla LUISS BUSINESS SCHOOL in curatela dell’arte contemporanea. Nel 2016 è stata selezionata per la prima edizione della Scuola di Politiche fondata da Enrico Letta. Segue un corso di scrittura creativa alla scuola Omero. Scrive racconti, ha una gemella, le piace parlare di cose trascurabili in modo intelligente.


BREVE PASSO DEL LIBRO:
«Mami, ho tanta paura. Non so se sono capace di salire sulla Bestia. E non so neanche se sono in grado da solo di superare il confine e arrivare a los Estados Unidos.» Un viejo dietro di loro che non avevano sentito arrivare ― magari dormicchiava lì accanto senza che se ne fossero accorti ― si intromette nel discorso. Sembra vecchissimo, eppure è come se non avesse un’età. El viejo vuole rassicurare Jesús, e la sua voce sembra venire da lontano. «Non è difficile niño, salire sulla Bestia. Ti avvicini correndo, poi ti aggrappi con le mani alla scaletta di un vagone e con un salto poggi i piedi su uno dei pioli. Devi solo fare attenzione». Il suo viso è pieno di macchie, e indossa un cappello con la tesa all’insù. Ha gli occhi come due pozzi, lunghi baffi d’argento, e la camicia si gonfia di vento come fosse vuota, tanto il viejo è vecchio e magro.