La recensione in formato video del libro “Il Colibrì” di Sandro Veronesi la trovate sul canale YouTube di Frenchibuc.
Quante volte avete pianto leggendo un libro, intendo con lacrime e singhiozzi? A me è successo, per la prima volta nella mia vita, qualche settimana fa, quando seduto sul dondolo nel cortile della mia casa di campagna, ho terminato Il Colibrì.
Il romanzo racconta la vita di Marco Carrera, chiamato “il Colibrì”. Il soprannome, che ha accompagnato fin da bambino la vita del protagonista, deriva da un disturbo ormonale che gli impediva una crescita normale, facendolo apparire più piccolo dei coetanei. La malattia però non impediva a Marco di essere sempre in movimento, iperattivo, e da qui il curioso soprannome.
Il Colibrì è un uccellino molto piccolo, uno dei pochi che riesce a stare fermo in aria come un elicottero. Però volare gli costa fatica data l’enorme energia che serve a sbattere freneticamente le sue piccole ali. Nel romanzo, il soprannome del protagonista, non rappresenta solo un suo stato fisico, ma anche la sua battaglia, combattuta ogni giorno, contro ogni difficoltà, per rimanere sospeso in aria.
La vicenda inizia negli anni 90, quando “il Colibrì” riceve la visita dello psicoanalista della moglie che gli rivela non solo che la sua paziente ha scoperto la relazione di Marco con una certa Luisa, ma che è incinta e non di lui.
Questa tragedia si abbatte su Marco. Ma non è la prima. E neanche l’ultima.
La vita del Colibrì infatti è e sarà sconvolta da altre terribili rivelazioni, lutti, delusioni e abbandoni.
E proprio come l’uccellino che passa da un fiore all’altro per nutrirsi, il lettore viene fatto saltare, senza un ordine cronologico, da un capitolo all’altro che descrive un determinato periodo della vita del protagonista.
Oltre a Marco, l’autore ci presenta una carrellata di personaggi, ben caratterizzati e soprattutto pieni di umanissimi difetti. E sono proprio questi che fanno affezionare il lettore alle vicende raccontate.
I temi trattati da Veronesi sono molti: l’amore (anche platonico), l’amicizia, la morte e il conseguente lutto, la famiglia, l’invidia. Un ruolo centrale nelle vicende lo avrà la psicoanalisi.
Si tratta di un drammone? Ogni singolo momento della vita di Marco è sofferenza? No, per fortuna no. Veronesi vuole trasmettere ai suoi lettori il messaggio che nonostante tutto, c’è sempre una speranza: grazie ad una bambina Marco troverà una ragione di vita, uno scopo e soprattutto la forza di vivere.
Con una sorta di epifania comprenderà che tutto quello che gli è capitato non ha fatto altro che renderlo più forte.
Cosa dobbiamo fare noi, dopo aver letto questo romanzo? Combattere sempre e comunque, per rimanere sospesi in aria.
Grazie Sandro, per questo splendido libro. Il premio Strega te lo sei meritato.