Bella mia è il terzo romanzo di Donatella Di Pietrantonio, già vincitrice del Premio Campiello 2017 con il libro L’Arminuta.
Il libro racconta di Caterina, sopravvissuta al terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009 e dilaniata dal dolore per aver perso in occasione del tragico evento la sorella gemella, Olivia.
Dopo il terremoto Caterina, la mamma e Marco, il nipote adolescente (figlio di Olivia), rimasto orfano, si trasferiscono a vivere nelle C.A.S.E. (gli alloggi provvisori messi a disposizione dei cittadini rimasti privi di abitazioni) e qui lavorano per elaborare insieme il lutto e costruirsi una nuova vita.
Il libro merita davvero: è scritto bene e contiene descrizioni eleganti e dettagliate su stati d’animo e sentimenti. L’autrice con questo romanzo ci apre il mondo delle sofferenze che gli aquilani hanno patito (e ancora patiscono) per aver perso nel giro di poche ore lavoro, casa e in alcuni casi anche i cari affetti.
Non è, quindi, solo il centro storico a dover essere ricostruito, ma anche le relazioni umane.
Mi ha colpito anche la profondità con cui l’autrice è riuscita a raccontare le problematiche legate all’adolescenza: la protagonista è una zia buona, chiamata dall’oggi al domani a svolgere il ruolo di madre, spesso intenta ad interpretare i lunghi silenzi del nipote, introverso e poco incline al dialogo.
Il libro, candidato al Premio Strega 2014, ha vinto il Premio Brancati e il Premio Vittoriano Esposito Città di Celano.
CONSIGLIATISSIMO!